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LA MODA NEL CINEMA e le colonne degli anni '60

Come assicurato, dopo la lista degli imperdibili film anni '50, ecco che giungono sovrani i lungometraggi anni '60 arrivati alla nomination agli Oscar per i migliori costumi; la gran parte risultano vincitori effettivi della statuetta, tra le altre assegnazioni di riconoscimento.

La moda anch'essa linguaggio per immagini, sotto tanti aspetti, rappresenta un connubio sinergico e naturale con il cinema...palesando un'indiscutibile magnetismo reciproco, che tutt'ora ne fa da collante.

Proprio a partire dagli anni sessanta, il passaggio dal costumista allo stilista è netto.

La linea trapezio più moderna entra nel pieno potere, lasciando l'effetto clessidra ad un passato dominato da schemi.

Sono gli anni delle contestazioni studentesche e delle ribellioni giovanili, quelli in cui l’uomo mette piede sulla Luna, gli anni del presidente Kennedy, dell’opposizione alla guerra del Vietnam e l’epoca di Woodstock.

La liberazione introduce ad esaltanti sperimentazioni nell'arte, nella musica e non solo nel fashion system.

La parola magica è : Prêt-à-porter, una moda pronta per essere indossata.

Sono gli anni in cui i modelli conservatori e puritani, ma soprattutto le convenzioni vengono rifiutate come qualsiasi forma di condizionamento ed autoritarismo.

Nasce la minigonna dalla creatività della stilista Mary Quant e la giovane parrucchiera Leslie Hornby, modella attrice e cantante...talmente magra da venir chiamata “Twiggy” grissino, fu il giusto volto per il lancio.

La minigonna diventa il simbolo, assieme agli abiti a trapezio senza maniche e realizzati in stampe geometriche, optical, ma anche in tinta unita, di una donna indipendente e libera, che non vuole essere ingabbiata; tutto questo spesso su tacchi altissimi.

Conquista le copertine delle riviste di moda più famose tra cui Vogue, Elle, venendo eletta dal Daily Express, volto dell'anno.

Le forme cambiano e da morbide e accoglienti, diventano più androgine.

Ispirandosi all'arte di cui è grande amante, Yves Saint Laurent crea la collezione Mondrian contraddistinguendo un'epoca; il suo fu un vero e proprio esempio di genialità ed azzardo, di contaminazione tra arte e moda che lo rese iconico e all'avanguardia.

Da Mondrian a David Hockney ,da Picasso a Andy Warhol, da Matisse a Braque, Yves Saint Laurent si lascia ispirare per le sue creazioni.

Occhiali dalle grandi lenti e montature eccentriche, foulard variopinti, trucco accentuato sugli occhi, pantaloni a palazzo, maglie e camicie coloratissime, gonne svasate, collant dai motivi divertenti e colorati, sono solo alcune delle caratteristiche della moda anni '60.

In Italia, la Fiat 600 diventa l’auto preferita ed i dischi in vinile contribuiscono a rendere famosi brani come 24000 Baci di Celentano e le Mille Bolle Blu di Mina.

La maison Fendi acquista un giovanissimo Karl Lagerfeld come direttore artistico, facendosi strada in Giappone e negli Usa e una giovanissima Laura Biagiotti firma la sua collezione di prêt-à-porter per Schuberth.

Le scarpe impermeabili dai colori sgargianti di Elio Fiorucci nel giro di poco vanno sold-out.

Profondamente appassionato della mitica Swinging London, nel 1967 apre il suo primo punto vendita in Galleria Passarella e lì espone pezzi dei suoi fashion designer inglesi preferiti, come Zandra, Rhodes, Biba e Ossie Clark.

Il brand Fiorucci è quello che renderà pop la moda italiana divenendo iconico negli anni Ottanta.

Ricami in cristalli Swarovski caratterizzano la prima collezione di alta moda dello stilista Emilio Pucci, che propone successivamente collezioni ispirate alla Pop Art.

In collaborazione con Ermenegildo Zegna, il ’68 segna l’esordio nella moda maschile.

L'eccessiva trasparenza di alcuni outfit, indossati da modelle senza il reggiseno ricevono critiche a Palazzo Pitti nel 1967, l'anno della prima sfilata della maison Missoni; Diana Vreeland, storica direttrice di Vogue, porta Ottavio Missoni e Rosita Jelmini a New York e l’America viene conquistata da questo brand.

Sia gli accostamenti multicolor inediti che le tecniche di lavorazione con cui mettono insieme motivi nella maglieria e costruzioni di punti, li rendono delle icone intramontabili.

Valentino invece, finito il suo praticantato in Francia torna in Italia e nel giro di qualche anno, diventa lo stilista più richiesto al mondo.

Universalmente apprezzato per saper unire uno stile haute couture a tocchi audaci e stravaganti, apre le boutique in molti paesi ed il famoso “Rosso Valentino”, chiuderà tutte le sfilate del brand rendendolo leggenda...tanto da disegnare anche il vestito da sposa di Jacqueline Kennedy.

Il cinema e la moda danno una lezione all'intero mondo, una lezione che non si può scordare o sminuire, perché evidente e palpabile. La genialità seduce in tutto il suo splendore ed oltrepassa ogni barriera, ed ogni mente chiusa o poco brillante.

Ci sono grandezze che non possono essere nascoste, basti leggere i nomi di registi, di attori ed attrici che hanno contribuito non solo a delle produzioni mastodontiche, ma a lasciare un segno indelebile di stile e di bravura. C'è chi è destinato a regnare e loro il trono lo hanno conquistato da molto tempo, rimanendo imponenti, maestosi e fieri nella storia e potendo vantare collaborazioni da urlo.

Se gli alieni arrivassero, li farei prima vestire dai nostri migliori stilisti con tessuti pregiati e sublimi e poi accomodare su una poltrona del cinema, perché l'arte l'avrebbero addosso e di fronte a loro...non al di sotto...Non vogliamo sederci volgarmente su di essa, vogliamo affiancarla...altrimenti sarebbe da stendere un velo pietoso...ma che dico...un vero e proprio lenzuolo.



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  • La Dolce Vita (1960) REGIA DI FEDERICO FELLINI

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  • Spartacus (1960) REGIA DI STANLEY KUBRICK

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  • West Side Story (1961) REGIA DI JEROME ROBBINS, ROBERT WISE

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  • L'uomo che uccise Liberty Valance (1962) REGIA DI JOHN FORD

TITOLO ORIGINALE: THE MAN WHO SHOT LIBERY VALANCE















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  • Che fine ha fatto baby Jane? (1962) REGIA DI ROBERT ALDRICH

TITOLO ORIGINALE: WHAT EVER HAPPENED TO BABY JANE?















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  • 8 ½ (1963) REGIA DI FEDERICO FELLINI

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  • Il gattopardo (1963) REGIA DI LUCHINO VISCONTI

TITOLO ORIGINALE: ---















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  • My Fair Lady (1964) REGIA DI GEORGE CUKOR

TITOLO ORIGINALE: ---
















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  • Il vangelo secondo Matteo (1964) REGIA DI PIER PAOLO PASOLINI

TITOLO ORIGINALE: ---















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  • Il Dottor Zivago (1965) REGIA DI DAVID LEAN

TITOLO ORIGINALE: DOCTOR ZHIVAGO
















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  • Giulietta degli spiriti (1965) REGIA DI FEDERICO FELLINI

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  • Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966) REGIA DI MIKE NICHOLS

TITOLO ORIGINALE: WHO'S AFRAID OF VIRGINIA WOOLF?
















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  • Gangster Story (1967) REGIA DI ARTHUR PENN

TITOLO ORIGINALE: BONNIE AND CLYDE


















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  • Il pianeta delle scimmie (1968) REGIA DI FRANKLIN J. SCHAFFNER

TITOLO ORIGINALE: PLANET OF THE APES
















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  • Fellini - Satyricon (1969) REGIA DI FEDERICO FELLINI

TITOLO ORIGINALE: ---







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