garrett keast,il potente filo conduttore tra america ed europa
- Elisa Nori
- 20 set 2024
- Tempo di lettura: 32 min
Aggiornamento: 23 set 2024
Che gli americani siano dei grandi possibilisti questo è comprovato: la forza trainante e l'autentico ottimismo sono la chiave del loro successo e che questi doni diano la possibilità di beneficiarne per chi vi entra in contatto è fuori discussione.
Così Garrett Keast, con quella energica spinta che trasforma ogni occasione anche quella più avversa in una possibilità di crescita continua, ha fondato la Berlin Academy of American Music: un'orchestra da camera composta dai migliori musicisti con sede a Berlino.
L'obiettivo è quello di eseguire e divulgare le opere di compositori americani e immigrati americani.

La pandemia ha paralizzato il mondo, ci ha costretti a prenderci del tempo e porci molte domande, ci ha visto vulnerabili ma nello stesso tempo speranzosi di un futuro equilibrio;
ed in questo clima che Garrett Keast ha concretizzato un sogno attraverso la ricerca e lo studio...Ha formato la BAAM ed ha poi trasmesso ad ogni componente dell'orchestra, quell'energia necessaria perché diventasse il veicolo perfetto per raccontare gli spartiti di un repertorio americano in grado di arrivare anche dove prima non era giunto.
Essere un collegamento culturale è una responsabilità, perché ci vede i principali messaggeri in un contesto che è differente da quello della nostra terra natia;
essere inglobati in esso comprova senz'altro le qualità dell'ambasciatore.
Con Transatlantic, che ha ricevuto 5 stelle dalla BBC Music Magazine, das Orchester, Fanfare, Limelight registrato nei Teldex Studios, Garrett Keast oltre ad unire musicisti che provengono da un insieme di nazionalità che abbracciano cinque continenti, presenta solisti rinomati tra cui il flautista greco Stathis Karapanos, il soprano israeliano Chen Reiss, il primo violino della Filarmonica di Berlino Noah Bendix-Balgley e l'arpista della Filarmonica di Berlino Marie-Pierre Langlamet.
L'album comprende opere americane e a tema americano dei compositori Craig Urquhart, Igor Stravinsky, Avner Dorman, Toru Takemitsu e Aaron Copland.


Il repertorio americano possiede dei nomi che abbiamo il dovere di conoscere ed approfondire: il leggendario Leonard Bernstein protagonista del film "Maestro", diretto e interpretato da Bradley Cooper uscito nelle sale nel 2023; le musiche di Bernstein sono state destinate, nel cinema, in film come "La finestra sul cortile" di Hitchcock e "L’ultima vacanza" di Wayne Wang, Aaron Copland che compose anche per diversi film tra cui "L'ereditiera" vincendo l'oscar per la migliore colonna sonora, George Gershwin le cui composizioni sono state utilizzate in numerosi film e musical teatrali dai classici con Fred Astaire e Ginger Rogers all'apice del successo con ‘Un americano a Parigi’ di Vincente Minnelli.
Tra tutte le opere di Gershwin si staglia "La Rapsodia in blu", che diviene il titolo del film biografico su Gershwin del regista Irving Rapper, girato negli Stati Uniti nel 1945.
Numerosi interpreti, adattandolo a seconda delle esigenze, si sono esibiti con questa composizione che incarna la particolarità e l'originalità della fusione tra musica classica e jazz. George Gershwin è uno dei compositori più eseguiti di tutti i tempi e la medesima rilevanza la troviamo in nomi come Irving Berlin, Cole Porter, la coppia Richard Rodgers & Lorenz Hart e non per ultimo Jerome Kern, anche loro creatori di standard a stelle e striscie.
Il cinema rende omaggio a Gershwin attraverso le opere di grandi nomi come Woody Allen che utilizza La Rapsodia in blu nel film "Manhattan", la Disney che la inserisce nel film "Fantasia 2000" e Baz Luhrmann che con genialità se ne avvale ne "Il grande Gatsby".
Durante la guerra ad abitare e lavorare a Hollywood, o nei dintorni, furono eccellenti nomi dell’arte musicale, interpreti e creatori: Rubinstein, Heifetz, Pjatigorskij, Rachmaninov, Stokowski, Iturbi, Horowitz, Szigeti, Schönberg, Stravinsky, Ernst Toch, Tansman e tanti altri nomi.
L'America è stata un riparo per innumerevoli personalità dimostrando la capacità di incorporare più generi e più punti di vista, ed ancora oggi forte di un affascinante patrimonio.
Proprio su questo il Maestro Keast struttura il suo lavoro: avvalorare l'inclusività, indipendentemente dalla razza, dal genere o dalla nazionalità, aprendo così la scena sia ai compositori contemporanei che a quelli dei decenni precedenti, che devono ancora essere esaminati.
La musica è un collante e nessuna circostanza esterna dovrebbe intaccare questo aspetto anche se molti in passato, purtroppo non solo, per le questioni politiche, per le persecuzioni razziali, per la povertà, per le guerre hanno dovuto rivoluzionare la loro vita di professionisti ed esseri umani.
Il compositore Toru Takemitsu ascoltando alla radio degli occupanti musica occidentale - oltre al jazz, soprattutto musica classica di Debussy e Copland, ma anche di Schönberg ha sviluppato la sua formazione; famoso tra l'altro per aver composto, in meno di 40 anni, le colonne sonore di quasi 100 film tra cui "Harakiri" e "L'ultimo Samurai" di Kobayashi Masaki, uno dei più grandi registi giapponesi di tutti i tempi; ebbe anche contatti con il regista Akira Kurosawa anch'esso considerato tra i maggiori cineasti della storia del cinema di cui ricordiamo curò le colonne sonore di "Dodes'ka-den" che fu candidato all'Oscar al miglior film straniero e "Ran" che in totale vinse quattro premi tra cui un Oscar e ricevette ben dodici nomination, di cui tre ai premi Oscar.
Igor Stravinskij anch'esso accerchiato dalla guerra ed esule si reca prima in Svizzera fino ad approdare in America; stessa sorte spetta ad altre prestigiose figure come Sergej Vasil'evič Rachmaninov e Grigorij Pavlovič Pjatigorskij.
Sovente ci soffermiamo sulle abilità tecniche, senza tener conto che la musica è un messaggio; da sempre è il racconto in note della vita di chi le impressiona su carta.
Al di là della bravura, l'aspetto davvero prezioso è quello di cogliere i "passaggi di tono", l'evoluzione interiore...perché essa avviene in modo imprescindibile.
Come l'attore nel cinema si arricchisce ogni volta che affronta un ruolo e facendolo suo, diviene una parte aggiunta alla sua totalità mentre il regista dirige perché questo abbia il sua apice attraverso un film, così avviene per la musica.
Riuscite a percepire quell'intensità che contraddistingue?
Quale valore custodisce con se l'opera di un illustre nome della musica che ha lasciato temporaneamente o definitivamente le sue radici, per abbracciarne altre?
Cosa aggiunge alla nostra cultura? Che potere racchiude un percorso differente non solo professionale ma anche personale?
Ed è qui che entra in gioco la bellezza di trasmettere un bagaglio, inserendosi in contesti nuovi.
Senza integrazione, senza contaminazione, senza scambio saremmo umanamente ed intellettualmente poveri, ed in preda alla sola quotidianità in cui siamo immersi.
Se abbiamo la possibilità di evolverci è grazie a chi ha il coraggio di intraprendere vie inesplorate anche se questo significa abbracciare il rischio. Abbiamo numerosissimi esempi nella storia musicale e non solo, di come circostanze apparentemente negative abbiano poi dato frutti memorabili.
Il salto professionale di Keast ha come protagonista e trampolino Parigi, più precisamente il debutto all'Opéra de Paris; tra l'altro altri grandi americani portati in repertorio dal Maestro, trovarono ispirazione e si formarono in questa città.
L'audacia di Keast è sorprendente, perché porta in Europa quella storia musicale americana che merita di essere inserita pur non dimenticando il repertorio europeo; più precisamente per logistica, la musica classica tedesca che è una delle più apprezzate al mondo ed ha fatto scuola nelle generazioni a venire.


Se di pilastri americani vogliamo parlare, Broadway è senza ombra di dubbio uno di quelli. L'introduzione del sonoro nei film ha rivoluzionato il mondo del cinema ed il tutto è stato potenziato dall'affiancarsi, successivamente, del musical cinematografico alla storia del musical teatrale. La crescita e l'evoluzione del genere è avvenuta grazie a questi due ambiti, la cui notorietà ha avuto una vera e propria impennata attraverso la mondiale diffusione della pellicola filmica ed attualmente grazie all'era digitale.
Determinanti anche il ruolo dell'industria discografica e la radio che permisero la perfetta integrazione tra il filone del teatro musicale e quello jazz , portando sostanziali benefici sia all'immagine delle star che al teatro stesso.
Due grandi star di Broadway ovvero Alli Mauzey e Hugh Panaro, sono state accompagnate dalla Württembergische Philharmonie, diretta dal direttore d'orchestra Garrett Keast nel concerto Bravo Broadway.
"Gypsy", "Kiss Me Kate", "The Wizard of Oz", "My Fair Lady", "Girl Crazy", "West Side Story", "Little Shop of Horrors", "Frozen", "Hairspray", "My Fair Lady", "Cabaret", "Chicago", "Les Miserables", "Mamma Mia!" e "The Phantom of the Opera" sono alcuni dei capolavori portati in omaggio ad un pubblico entusiasta.
Il Maestro Keast attraverso il repertorio scelto con una programmazione attenta ed avvincente, divulga con passione e competenza al pubblico, l'abilità di colonne portanti del mondo musicale nel lasciare in eredità ai musicofili non soltanto delle eccelse interpretazioni del repertorio tradizionale, ma anche brani divenuti famosi presso il grande pubblico vedi per l'appunto 'West Side Story' le cui musiche dell'immenso Leonard Bernstein hanno avuto un enorme contribuito al mondo delle arti performative; coraggio e libertà fra il mondo della musica colta e Broadway, come qualsiasi apripista geniale.
Il repertorio sinfonico del Maestro Keast si estende da Haydn e Brahms ad Adams, Britten e Widmann. Nel teatro dell'opera, Keast ha diretto capolavori di compositori americani come Bernstein e Glass a pezzi contemporanei e iconici di Unsuk Chin, Puccini, R. Strauss e Wagner.
La stessa passione, dedizione e perseveranza andiamo a ritrovarle nelle sue parole che rinnovano l'andamento e rimprimono l'impulso, suggerendoci l'espressività di un'esecuzione ancor più memorabile...quella di un'intero percorso per giungere al podio.


BIOGRAFIA
Garrett Keast è un direttore d'orchestra sinfonica, d'opera e di balletto statunitense e fondatore della Berlin Academy of American Music ( BAAM ).
Nato a Huston in Texas, è stato cantante e strumentista fin dall'infanzia.
Keast porta con sé la passione per la creazione di un approccio olistico all'opera e alle produzioni teatrali. I suoi crediti operistici includono Faust (Opéra National de Paris), Die Zauberflöte (Deutsche Oper Berlin), La Bohème (Aspen Music Festival), Ariadne auf Naxos (Virginia Opera), Carmen (Opera San Antonio), Midsummernight's Dream a Tokyo, Der Fliegender Holländer (Theater Erfurt), Rigoletto (Theater Bremen), Don Giovanni (New Orleans Opera) e Bluthaus (Oper Bonn), così come una produzione acclamata dalla critica di Così fan tutte al Fort Worth Opera Festival, descritta dal Dallas Morning News come "l'esperienza operistica dell'anno".
Keast ha iniziato la sua carriera come direttore associato della New York City Opera prima di lanciarsi in Europa con impegni presso l'Opera di Parigi, l'Orchestre de Paris, la Deutsche Oper Berlin e la NDR Elbphilharmonie Orchester. Oggi, si esibisce regolarmente in sedi prestigiose, tra cui l'Elbphilharmonie di Amburgo, il Concertgebouw di Amsterdam, il BOZAR di Bruxelles, la Staatsoper di Amburgo, il Seoul Arts Center, il Theater an der Wien e il Festspielhaus Baden-Baden. Descritto come colui che estrae "un'esecuzione raffinata e concentrata" con "sensibilità sicura" (Financial Times), Keast ha diretto spettacoli con orchestre tra cui la Tonkünstler Orchester, la Deutsches Sinfonie-Orchester Berlin, la Philharmonisches Staatsorchester Hamburg, la Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin, l'Orchestre National Capitole Toulouse, la Philharmonique de Monte Carlo, l'Atlanta Symphony e la Los Angeles Opera Orchestra. Tra i progetti discografici più recenti rientrano Pierino e il lupo di Prokofiev con la Konzerthaus Orchester di Berlino e l'album di debutto della Berlin Academy of American Music, Transatlantic, che ha ricevuto 5 stelle dalle riviste BBC, Fanfare, Limelight e das Orchester.
La stagione 2024-2025 inizia in Corea del Sud con le esibizioni in concerto della Quinta sinfonia di Čajkovskij con la Bucheon Philharmonic e West Side Story Symphonic Dances di Bernstein con la Jeonju Symphony Orchestra. Keast si unisce al tenore Jonathan Tetelman per esibizioni con la Copenhagen Philharmonic e darà il benvenuto al nuovo anno all'Essen Philharmonie con la WDR Funkhausorchester, eseguendo un concerto Gershwin Tribute con il pianista Makoto Ozone. Ritorna ai Ballets de Monte Carlo con Romeo e Giulietta e Il lago dei cigni, debuttando con l'Orchestra del Maggio Musicale di Firenze e l'Orquestra de la Commitat Valenciana. Negli Stati Uniti, Keast debutterà con l'Houston Ballet. La sua Berlin Academy of American Music (BAAM) continua a catturare l'attenzione, esibendosi di nuovo all'Elbphilharmonie, al Konzerthaus di Berlino e in tournée.
La stagione 2023-2024 ha visto una trasmissione televisiva in diretta con la Tonkünstler Orchestra di Vienna (Bernstein e l'American Songbook), oltre a impegni con la Royal Swedish Opera, la Deutsche Staatsphilharmonie Rheinland-Pfalz, la Staatsorchester Braunschweig, la Philharmonique de Monte-Carlo e un tour coreano con Romeo e Giulietta di Prokofiev con i Ballets de Monte-Carlo e la Hankyung Arte Philharmonic. Keast ha concluso la stagione all'Atlantic Music Festival con un programma con Midori. Tra i punti salienti del repertorio figurano Fearful Symmetries di John Adams, Appalachian Spring di Copland, Istanbul Symphony di Fazıl Say, An American in Paris di Gershwin, Dark with Excessive Bright di Missy Mazzoli, Watermark Concerto di Caroline Shaw e la Sinfonia n. 2 di Kurt Weill. Keast ha inoltre diretto le esibizioni della Berlin Academy of American Music al George Enescu Festival di Bucarest, all'Elbphilharmonie di Amburgo e al Konzerthaus di Berlino.
Con esibizioni distinte alla guida di oltre sessanta orchestre sinfoniche e più di venti compagnie d'opera in quattro continenti, l'esperienza del direttore d'orchestra sul podio mostra una gamma straordinaria. Il suo repertorio sinfonico si estende da Brahms, Mahler e Tchaikovsky ad Adams, Britten e Widmann. Dal canone operistico, Keast ha diretto capolavori di compositori contemporanei come Georg Friedrich Hass e Unsuk Chin ai pilastri del genere di Mozart, Puccini, Strauss e Wagner.
Keast ha inoltre diretto concerti con orchestre tra cui la SWR Sinfonieorchester, la Prague Philharmonia, la Belgian National Orchestra, l'Orchestre National Bordeaux Aquitaine, l'Orchestre Philharmonique de Strasbourg, la Royal Danish Orchestra, l'Oregon Symphony, la New Jersey Symphony e la Fort Worth Symphony Orchestra.
Alla Staatsoper di Amburgo, Keast ha avuto una lunga collaborazione con l'Hamburg Ballet di John Neumeier, dove ha diretto oltre 130 spettacoli di otto produzioni. Inoltre, ha diretto Il lago dei cigni con l'Opéra National de Paris, Don Chisciotte, Romeo e Giulietta e lo Schiaccianoci al Royal Swedish Ballet, oltre a diverse produzioni alla Finnish National Opera & Ballet, al Royal Danish Ballet e alla Staatsoper di Hannover.
La connessione è un tema ricorrente in tutti gli sforzi di Keast. Il direttore d'orchestra nato a Houston è un importante interprete del repertorio della sua terra natale, sviluppando continuamente programmi pertinenti e stimolanti. Nelle ultime stagioni, ha diretto programmi che hanno presentato in anteprima opere di Missy Mazzoli, Anthony Davis, Caroline Shaw, David T. Little, David Lang e Avner Dorman. Altri programmi americani includono Bernstein Dances di John Neumeier al Los Angeles Music Center e al Baden Baden Festspielhaus, un programma di Broadway al Concertgebouw di Amsterdam, un Bernstein Gala con la Rundfunk Sinfonieorchester Berlin, esecuzioni della Messa di Bernstein alla Frauenkirche di Dresda e la Terza Sinfonia di Copland alla Fort Worth Symphony Orchestra.
Presentare una fusione di opere americane e a tema americano iconiche e moderne è anche il fulcro della Berlin Academy of American Music (BAAM), fondata da Keast al culmine della pandemia. La registrazione di debutto dell'orchestra, Transatlantic, è stata pubblicata nell'ottobre 2021 con l'etichetta ONYX Classics. L'orchestra ha rapidamente ottenuto riconoscimenti per la sua eccezionale qualità di esecuzione e programmazione, ottenendo inviti di ritorno, spettacoli sold-out e sviluppi di tournée.
Garrett Keast è stato mentore di Christoph Eschenbach alla Houston Symphony e ha lavorato come suo direttore assistente per produzioni operistiche e tournée internazionali alla Paris Opera, alla Vienna State Opera, alla National Symphony Orchestra, alla NDR Elbphilharmonie Orchestra e al Pacific Music Festival. Keast ha studiato all'Aspen and Tanglewood Music Festival ed è stato direttore assistente alla Dallas Opera, dove ha ricevuto il Bruno Walter Career Development Grant.

Maestro Keast, tra i grandi nomi da lei celebrati, attraverso la sua programmazione che abbraccia un repertorio decisamente brillante ed ingegnoso, spicca quello di Igor Stravinsky.
Molteplici generi con altrettante fasi creative lo contraddistinguono: balletto, opera, musica sacra, musiche di scena, sinfonica, da camera; cittadino del mondo mosso da una perenne rivoluzione interiore, peculiarità di una mente prolifica.
L'eredità di Stravinsky comprende oltre 7.500 pagine di spartiti musicali.
L'unico settore con il quale non è mai riuscito ad entrare in sintonia è la musica per film, trovando insormontabili per lui le rigide clausole sia produttive che temporali; conformare, modificare e manipolare la musica in funzione del montaggio finale erano esigenze inaccettabili laddove stravolgessero il suo lavoro...nota la vicenda con la Disney ed il film "Fantasia".
Ciò nonostante si è ritrovato, nel tempo, a contribuire con le sue opere alla colonna sonora di pellicole, autori e generi tra i più disparati.
Gli Stati Uniti furono il Paese in cui visse la sua fase compositiva più audace, subendo la fascinazione per il jazz e frequenti le circostanze che lo legarono ai maggiori clarinettisti swing dell'epoca.
Cosa l'appassiona maggiormente trasmettere della figura di questo grande compositore del Novecento e quali delle opere da lei selezionate del medesimo, le hanno dato maggior soddisfazione nell'esecuzione? Ci sono composizioni che prossimamente le piacerebbe affrontare?
Garrett Keast - Mi piace come Stravinsky si adatti all'estetica americana, sa, come compositore.
Lo adoro...Amo tutta la sua produzione compositiva ed ovviamente la musica che ha scritto anche prima di arrivare negli Stati Uniti, quando risiedeva principalmente in Francia; i grandi balletti come "Le Sacre du printemps"...semplicemente una cosa incredibile, un capolavoro. Tutti i suoi balletti lo sono, e così tante altre opere da lui realizzate.
Ho sempre adorato il suo periodo neoclassico e il pezzo che mi entusiasma di più negli ultimi anni...quello che mi estasia maggiormente è "Dumbarton Oaks", che ha debuttato nei primi anni '40 a New York in Washington D.C., nella tenuta Dumbarton Oaks; avrebbe dovuto dirigerlo lui ma era malato e così Nadia Boulanger ha diretto al suo posto.
Chiaramente un pezzo sublime, che rievoca ed è connesso in un certo senso ai Concerti brandeburghesi di Bach; così fresco, moderno e la scrittura così sofisticata, gli arrangiamenti metrici così ingegnosi ed anche le armonie. Quindi semplicemente, adoro quel pezzo.
È stato registrato con la nuovissima orchestra, quando abbiamo suonato insieme per la prima volta come orchestra BAAM (Berlin Academy of American Music), a gennaio 2021 qui a Berlino durante la pandemia con distanziamento e mascherine.
Innegabile l'esperienza fantastica e tra l'altro la registrazione è uscita meravigliosamente.
Abbiamo ricevuto un considerevole numero di recensioni positive ed entusiaste;
inoltre spero che chiunque legga questo, possa andare a cercare la nostra registrazione realizzata per l'album di debutto "Transatlantic", che contiene appunto il concerto: "Dumbarton Oaks" di Igor Stravinsky.
Quindi si, sono pazzo di Stravinsky, sempre pazzo di Stravinsky!
Nato e cresciuto ad Houston: cantante e strumentista fin dall'infanzia, istruito da Christoph Eschenbach, che diresse la Houston Symphony Orchestra, si è successivamente trasferito a New York diventando Associate Conductor della New York City Opera e Permanent Conductor della Queens Symphony Orchestra. È volato oltre l'Atlantico, verso Parigi all'Opéra National de Paris per impegni lavorativi dove ha avvalorato la sua figura di direttore, per poi trasferirsi alla Deutsche Oper Berlin. Nel 2021 ha fondato la Berlin Academy of American Music.
In questa evoluzione, che le ha permesso di accedere ad innumerevoli e prestigiose orchestre sinfoniche e più di venti compagnie d'opera in quattro continenti,
quale altra sfida vorrebbe affrontare? Quali di quelle già affrontate meritano un particolare approfondimento, che possa essere spunto per chi la segue e sogna un giorno di intraprendere la stessa brillante carriera?
Garrett Keast - Sono nato e cresciuto in Texas a Houston, ho frequentato il college presso la Butler School of Music dell'Università del Texas ad Austin, dove ero un trombonista e cantante corale.
Successivamente ho avuto l'opportunità di diventare uno studente della Houston Symphony Orchestra e di Christoph Eschenbach alla fine degli anni '90, al termine del suo mandato lì; la Houston Symphony Orchestra era un'orchestra fantastica con cui stare in quel periodo e sono cresciuto molto da quell'esperienza, che mi ha in seguito portato a New York diventando un direttore associato alla New York City Opera, lavorando così con differenti orchestre.
Ho avuto il mio primo agente ed incontrato persone davvero importanti, il che è fondamentale per costruire una carriera e una di queste era Craig Urquhart dell'ufficio Bernstein che mi ha aiutato fare i miei passi avanti verso l'Europa.
Quando si tratta di sfide, oh mio Dio...ci sono state così tante sfide nel diventare un direttore d'orchestra e cercare continuamente di evolversi in un direttore d'orchestra migliore, che amo...amo sempre quella sfida!
Amo il mestiere che ho davanti a me ogni giorno: fare musica con le mie mani, parlare con l'orchestra, ispirare l'orchestra, ispirare il pubblico, unire l'intero gruppo dove tutti possono sentirsi bene insieme, fare musica uniti.
Prediligo semplicemente quel tipo di ruolo e porta con se sempre delle sfide, soprattutto perché ti rechi in nuove orchestre; sono sovente direttore ospite ed è strepitoso, ogni volta è una fantastica esperienza.
Una grande sfida che non vedo l'ora di affrontare è quella di diventare capo di un'orchestra sinfonica; una delle cose su cui sto davvero lavorando e verso cui voglio fare dei passi avanti e progressi.
Ora sono capo della mia orchestra qui, la Berlin Academy of American Music a Berlino.
Mi sento davvero a mio agio nel ruolo e ho un'infinità di idee di programmazione e un sostanzioso numero di idee organizzative; non vedo l'ora di farlo e penso che sarà una gran bella sfida.
Sì, penso che sia il passaggio a una posizione di direttore musicale, direttore principale.

Da New York a Berlino passando per Parigi: il suo obbiettivo si è delineato con la BAAM, con la quale mira a eseguire e divulgare le opere di compositori americani ed immigrati americani. Lei è il collegamento indispensabile tra pubblico e musicisti, soprattutto perché portavoce di ideali e storie americane che fanno parte delle sue radici.
Rappresenta quel paese che ha accolto numerose persone, che arrivarono con l’ondata di migrazione forzata dall’Europa e non solo; l’effetto rigenerante e lo scambio di esperienze, sono state la risposta agli eventi che hanno condizionato e segnato la vita di tanti individui.
Il pubblico come vive ed accoglie questo suo nobile progetto e quale riscontro sta avvertendo? Quali miglioramenti vorrebbe apportare affinché si possa diffondere freschezza e vitalità, con l'introduzione di opere meno conosciute, sdoganando così alcuni ambienti da un ridondante conservatorismo?
Garrett Keast - In un certo senso è incredibile ma da bambino, crescendo come musicista, ho sempre pensato che sarei andato a New York; sa, è lì che ho stabilito il passo successivo, un grande passo.
Da New York era indubbio per me, che mi sarei spostato in Europa e così di conseguenza è stato; ho avuto un po' di fortuna e alcune cose funzionano sempre dopo molti tentativi.
Ho trovato la mia strada, la risposta al mio percorso...e quindi sì, è stato propizio andare all'Opera di Parigi con Christoph Eschenbach come suo assistente in una grande produzione del "Mathis der Mahler" di Paul Hindemith nel 2010, mentre vivevo ancora a New York.
Incredibile esperienza!
Mi capitava già di fare alcuni viaggi a Berlino un paio di volte all'anno da New York, recandomi anche in altre mete nell'Europa ma è a Berlino che ho stretto alcuni contatti decisivi; in qualche modo il mio nome è arrivato in cima alla lista alla Deutsche Oper Berlin per diventare fondamentalmente un Kapellmeister.
Una posizione aperta era disponibile, perchè all'improvviso l'altro giovane direttore se ne è andato senza sufficiente preavviso e avevano bisogno di qualcuno al più presto; ero un candidato giusto, quindi sono entrato alla Deutsche Oper Berlin.
Io e mia moglie eravamo appena sposati, ma siamo partiti e ci siamo trasferiti a Berlino; abbiamo trovato un appartamento tramite alcuni amici e ci siamo fatti strada.
Così ho iniziato la mia carriera in Germania ed è stato semplicemente indescrivibile, ma quello che penso sia davvero grandioso, oltre ad esser stato un direttore ospite in tutta Europa negli ultimi dieci anni, è ciò che ho compreso durante la pandemia.
Amo lavorare sulla musica americana e riesco a dirigerla abbastanza spesso, perché la gente sovente pensa: «Oh beh dovremmo chiedere a Garrett Keast di dirigere il lavoro di Bernstein, di Gershwin, di Copland, di Charles Ives... il lavoro di Caroline Shaw o il lavoro di Missy Mazzoli» e così mentre mi veniva chiesto ogni anno, solo un paio di volte di dirigere quelle opere, con opere sinfoniche come in Europa, durante la pandemia ho intuito invece che potevo farne una nicchia e dato che con qualche amico volevo registrare alcuni progetti, abbiamo realizzato questo primo album insieme all'orchestra The Berlin Academy of American Music; non era intenzione che diventasse una vera orchestra sinfonica, ma una vera orchestra da camera che riuscisse autonomamente a procedere ed in qualche modo ha trovato le gambe, le sue gambe.
Tutto ha preso forma e vita, quindi ho in un certo senso sviluppato l'orchestra per essere in questa posizione, in questo ruolo transatlantico, occupandomi dello scambio culturale tra gli Stati Uniti e l'Europa; tutto questo condividendo musica, condividendo compositori, raccontando di compositori che sono fuggiti dall'Europa che hanno trovato asilo negli Stati Uniti, in taluni casi ritornati e viceversa.
Ho messo in luce grandi compositori come l'israeliano-americano Avner Dorman che vive in Pennsylvania, ho scoperto le magnifiche opere di Missy Mazzoli che vive a New York City e che compone per il pubblico di oggi, ho ricordato Ursula Mamlok che è fuggita dalla Germania prima della guerra, finendo per insegnare e comporre alla Manhattan School of Music per molti molti anni; così tante storie interessanti: Bernstein, Gershwin, dando vita a questi pezzi in Germania, nell'Europa in tour, nell'Elbphilharmonie, nella Konzerthaus di Berlino ma suonarli con una vera presa, come quella americana...dando una sensazione incisiva.
Questo è ciò che amo fare.
Penso poi che BAAM abbia qualcosa di speciale da compiere, una missione per incorporare i pensieri e i sentimenti dell'America in Europa e viceversa...condivisione...condividere questi ideali. Spero che abbia successo...ci stiamo provando.

L'album di debutto della BAAM, "Transatlantic", pubblicato dall'etichetta ONYX Classical nell'ottobre 2021 è il prodotto più prezioso del suo operato; un obiettivo che ha trovato la massima espressione attraverso l'unione di intenti ed idee di grandi professionisti.
Mi sono presa del tempo per ascoltarlo e trovo personalmente la parte finale dell'album con "Appalachian Spring" di Copland eseguita in modo sublime. Che dire...tutto l'album è un pregevole dono.
Ma partiamo dal principio: l'album inizia con "Dumbarton Oaks" di Stravinsky che riappare più tardi con l'aria "No Word From Tom" da "The Rake's Progress", con il soprano israeliano Chen Reiss e il baritono islandese Ólafur Sigurdarson.
Dopo l'apertura con Stravinsky, si rivela "Lamentation for Flute and String Orchestra" di Craig Urquhart, registrato con il pluripremiato flautista Stathis Karapanos e presentato nel film "Lamentation" di Boomtown Media, proiettato in vari festival cinematografici in Europa.
È poi il turno del compositore israeliano-americano Avner Dorman con "Nofim", un gruppo di quattro movimenti per soprano e ensemble con testi in ebraico dove eccellono il soprano Chen Reiss, il violinista Noah Bendix-Balgley, la pianista Chelsey Padilla e il percussionista Lukas Böhm; segue l'intuizione di Tōru Takemitsu con "Toward the Sea" che fu commissionato da Greenpeace per la sua campagna "Save the Whales" diviso in tre sezioni: "The Night", "Moby Dick" e "Cape Cod" (evidente il riferimento al romanzo di Herman Melville "Moby Dick, or The Whale" capolavoro della letteratura americana, una delle arti in cui il compositore era dedito spaziare oltre al cinema, la pittura e la filosofia) dove troviamo l'arpista Marie-Pierre Langlamet e Stathis Karapanos.
Stili, origini geografiche e generazioni differenti per confermare il suo intento di collante e narratore musicale di talenti...la sua visione del mondo e le sue infinite ispirazioni che abbracciano più terre, tra cui l'America.
L'ascolto crea delle vibrazioni ed una risonanza interiore che si accordano perfettamente con il suo progetto. Dopo alcuni anni, da quando questo album ha fatto il suo ingresso, come vive i risultati ottenuti e come ha consolidato nel tempo i suoi propositi e desideri?
Garrett Keast - Grazie mille per aver ascoltato Transatlantic, il nostro album di debutto con l'etichetta Onyx Classics.
Sì, la registrazione è uscita ormai da quasi tre anni...Non ci posso credere...
Con questa registrazione, la Berlin Academy Of American Music è davvero diventata realtà; ci siamo in un certo senso affermati con quella registrazione e con alcune recensioni davvero eccellenti che abbiamo ricevuto dalla BBC e da molti altri.
È un mix veramente eclettico, un bel mix di pezzi.
Sì, come ha detto lei: "Dumbarton Oaks" di Stravinsky, "No Word From Tom" da "The Rake's Progress", sempre del medesimo; troviamo la collaborazione di questa mia fantastica amica, il soprano israeliano Chen Reiss e l'altro mio amico, il baritono islandese Ólafur Sigurdarson.
Poi anche il mio caro, caro amico e mentore, Craig Urquhart, con il suo meraviglioso pezzo, "Lamentation for Flute and String Orchestra", assieme a Stathis Karapanos, straordinario flautista.
Quindi "Nofim" di Avner Dorman con Noah Bendix-Balgley, Chen Reiss, Stathis Karapanos e un ensemble davvero fantastico.
Opere pregevoli a cui che diamo vita.
E sa, sì, questi pezzi trascinanti tra cui "Toward the Sea" di Takemitsu.
Ammiro quest'opera.
Possiede la componente americana, perché la storia è tutta scritta attorno a Moby Dick di Melville.
Una registrazione decisamente fresca, di cui vado orgoglioso. Ne siamo molto orgogliosi.
Quindi grazie per averlo ascoltato e spero che numerose persone lo ascolteranno, dopo aver letto questa nostra intervista.

Il legame tra compositori e cinema è da sempre totale o al contrario, conflittuale...eppure direttamente ed anche indirettamente, i migliori hanno contribuito attraverso le loro composizioni ad accompagnare l'industria cinematografica.
Aaron Copland vinse l'oscar con il film "L'ereditiera" diretto da William Wyler che conosciamo per film come "I migliori anni della nostra vita", "Vacanze romane", "Ben-Hur", "Funny Girl".
Toru Takemitsu compose le colonne sonore di quasi 100 film affiancando registi come Kobayashi Masaki e Akira Kurosawa; Leonard Bernstein indelebile con le celebri musiche per "West Side Story", il cui primo adattamento cinematografico diretto da Jerome Robbins e Robert Wise ottenne ben 10 oscar ed il il secondo adattamento cinematografico del musical a dirigerlo, fu Steven Spielberg.
E poi "Un giorno a New York", diretto dai registi, ballerini e coreografi Gene Kelly e Stanley Donen tratto dal balletto su una partitura di Bernstein e coreografato da Jerome Robbins, "Fancy Free".
Cole Porter e George Gershwin che, oltre a conoscere un luminoso successo a Broadway, li troviamo in film colonne portanti del cinema; il primo compose per film come "Nata per danzare"e "Alta società" mentre del secondo troviamo le note in "Voglio danzare con te" e "Una magnifica avventura", senza tralasciare l'utilizzo geniale della sua memorabile "Rapsodia in blu" da parte di registi del calibro di Woody Allen e Baz Luhrmann.
Conflittuale invece, il rapporto che ebbe Stravinsky con il settore cinematografico; due anni dopo "Fantasia", arrivò l’offerta di musicare per la Columbia il film di guerra resistenziale "Uragano all’alba" di John Farrow ma il suo lavoro parve troppo “moderno” ai produttori, insofferenti ad accogliere le istanze delle avanguardie nelle colonne sonore.
Così già indispettito per l’esperienza di "Fantasia", ritirò la musica, facendola confluire in parte nei “Four Norvegian Moods”.
Sono solo alcuni dei tantissimi esempi che si potrebbero portare, a proposito dei compositori da lei amati. È noto, anche attraverso il notevole curriculum che possiede, il suo approccio all'opera e alle produzioni teatrali...mentre io vorrei sapere qual è la sua connessione con il cinema.
Essendo che lei ha un ruolo di intermediazione che si assume ogni qualvolta fa transitare la musica dagli esecutori al pubblico...vorrei conoscere la sua intima esperienza, quando visiona quello stesso trasporto attraverso il grande schermo.
Garrett Keast - Non ho molta esperienza diretta nel dirigere musica per film, ma ho molta esperienza nell'ascoltare e visionare film; proprio di recente assieme ai miei due giovani figli, Oliver ed Elliot, abbiamo guardato Harry Potter durante le vacanze estive ed ho pensato: «Non ho mai veramente conosciuto quella musica.» «Non ho mai conosciuto quelle storie o quelle colonne sonore di John Williams.» Ma poi mi sono detto: «Wow!» «Questa musica non è male anzi...è bella e piacevole.»
Quello che ho apprezzato davvero è che i ragazzi si sono appassionati ed immersi, ed è l'aspetto che trovo più importante.
Spero che non sia troppo cliché parlare di un così famoso compositore come John Williams, un compositore americano, che ha scritto le colonne sonore di film come "Guerre stellari", "Superman" e molti, molti altri; Harry Potter è uno di quelli recenti.
Ciò che penso della musica cinematografica, lo penso allo stesso modo del teatro musicale. Musical come "Chicago","The Phantom of the Opera","Les Misérables","Candide","West Side Story", questo genere di grandi pezzi..."Show Boat", "Carousel"sono meravigliosi! Meravigliosi punti di accesso alla musica classica, al teatro da concerto, alla sala da concerto.
Io adoro l'opera. Adoro il balletto. Adoro il teatro musicale.
Ma a volte è importante avere una musica che sia davvero accessibile al pubblico; ed è esattamente questo che è la colonna sonora di Harry Potter.
È una grande musica sinfonica che è accessibile molto rapidamente a un pubblico giovane, a un nuovo pubblico; un ingresso per la musica classica.
Desidero che BAAM, la nostra orchestra, si concentri sulla musica classica americana.
Per essere un punto di accesso per le persone che dicono: «Oh, mi piace!»
«Voglio andare a vedere quel concerto!»
Li porterà ulteriormente ad andare a vedere altri concerti, con altre grandi orchestre.
Quindi sì, è importante creare accessibilità per il nuovo pubblico.
L'orchestra è stata, effettivamente, contattata un paio di volte per registrare per il cinema senza però che le opportunità si concretizzassero.
Non l'abbiamo ancora fatto, ma è stato chiesto e siamo molto aperti a questo.
Le colonne sonore sono così toccanti, così efficaci...guidano davvero le trame dei film contribuendo all'atmosfera e al dramma.
Sono affasciato da tutto ciò.
In concerto, scopro molti esempi di musica cinematografica, sa, ed è così simile a "Pictures at an Exhibition" di Mussorgsky. Tanta musica lì dentro.
È così colorata, vivace ed è cinematografica.
Nei sui programmi ha dato spazio alla presentazione, in anteprima, delle opere di eccellenti nomi della musica contemporanea: la compositrice e pianista americana Missy Mazzoli, la compositrice e violoncellista danese Josefine Opsahl, la compositrice americana, violinista e cantante Caroline Shaw, la compositrice e pianista israeliana Aviya Kopelman.
Questo a riprova che anche le donne sono capaci di lasciare una decisiva impronta artistica e culturale, distinguendosi attraverso il proprio talento e le proprie conoscenze.
È necessario continuare a promuovere l'integrazione e la varietà nel settore, garantendo pari opportunità indipendentemente dal genere.
Secondo alcune indagini, le donne vengono più spesso indirizzate verso la carriera di interprete e non verso quella, per esempio, della direzione d’orchestra, uno dei ruoli ancora oggi molto dominato dagli uomini.
Eppure credo che al di là delle statistiche, che vedono ancora le donne svantaggiate rispetto alle posizioni più in vista molto spesso ricoperte da uomini, ci siano tantissime professioniste con esperienza che meritano di esser ascoltate prima ancora che "viste".
Lei cosa ne pensa a riguardo?
Garrett Keast - Mi piace molto questa nuova attenzione che il mondo ha sulle compositrici e quindi mi innamoro dell'idea di scavare realmente in quelle americane e non solo.
Un esempio è la compositrice americana Missy Mazzoli, di cui abbiamo eseguito e presentato in anteprima il suo "Dark with Excessive Bright"; la prima tedesca è avvenuta il 4 giugno di quest'anno all'Elbphilharmonie di Amburgo ed è stata una grande esibizione.
Non da meno la partecipazione di questa meravigliosa giovane violinista Charlotte Thiele; una violinista davvero talentuosa.
È avvenuta anche la prima mondiale della compositrice e violoncellista danese Josefine Opsahl...il suo pezzo si chiama "A Mass of Stars Block the View"; semplicemente un lavoro incredibile.
L'abbiamo portato lì in vita ed ora abbiamo anche alcune registrazioni di pezzi che usciranno sui social media: una sorprendente giovane compositrice danese.
Ed è di questo che si tratta...ci occupiamo di compositori transatlantici, ci occupiamo di mostrare gli europei, gli americani e penso che sia davvero significativo; abbiamo eseguito molti lavori di Caroline Shaw e un meraviglioso pezzo della compositrice israeliana Aviya Kopelman, mia nuova amica che ora vive a Berlino.
Sì, le donne scrivono grande musica e lo hanno sempre fatto onestamente...ci sono un paio di pezzi che ho diretto l'anno scorso di Florence Price e molti molti altri tra cui anche Ursula Mamlok. Sono vivamente partecipe ed interessato all'argomento.
Credo, senza ombra di dubbio, che le donne scrivano musica straordinaria ed è tempo di concentrarsi e di far luce su ciò. Ed è un momento meraviglioso.
È un momento meraviglioso per questo.

I momenti apparentemente più difficili nascondono sempre una svolta decisiva e lei ha fatto di questa saggezza la forza motrice per concretizzare un sogno, un obiettivo...proprio durante la pandemia.
Molte sono le figure del mondo musicale che si sono distinte proprio venendo da contesti o circostanze sfavorevoli, se non addirittura ostili.
Reputo basilare conoscere il percorso di una persona, al di là del bagaglio culturale che lascia o ha lasciato, perchè anche se l'uomo non necessariamente coincide con l'artista credo che il professionista non possa fare a meno di raccontare consciamente o inconsciamente le sue esperienze umane, trasferendole successivamente su un altro livello come può essere quello della musica o di qualsiasi altra disciplina; si mira a giungere ad un destinatario, ad un ascoltatore perché questo possa far elevare ed in taluni casi redimere l'uomo stesso.
Non c'è opera nella musica che non sia o dedica sfrontata alla vita o al contrario contenuta e celata; in entrambi i casi c'è un'esigenza comunicativa che va al di là del mero tecnicismo. Lei che veicola questo messaggio attraverso le note, si trova a far suo ogni volta un pezzo di vita di un'altra persona... Quali sono le figure che ha diretto e che hanno suscitato in lei delle emozioni oserei dire irrazionali?
Garrett Keast - Durante la pandemia tutto è stato chiuso, tutto il mio lavoro è stato cancellato. Lavoravo all'opera di Stoccolma quando ogni cosa si è fermata ed i grandi contratti sono stati cancellati; un periodo critico.
Sono tornato a casa qui a Berlino con la mia famiglia ed è stato bello, per molti aspetti, perché abbiamo avuto più tempo per stare insieme.
Ma poi ho iniziato a realizzare che dovevo fare qualcosa con il mio tempo.
Il mondo era paralizzato, le orchestre chiudevano ed alcune orchestre non sono più tornate... ma era il momento migliore per me di fondare una nuova orchestra.
Quindi penso che sia incredibile che il periodo più difficile degli ultimi 20 anni della mia vita sia stato ciò che ha dato luce a BAAM.
Ho avuto tempo di concentrarmi su una nuova direzione, un nuovo percorso per me stesso ma anche per la musica.
Quando si parla di emozioni nella musica, ho una passione per essa, per le persone e nel collaborare con gruppi di persone.
Mi piace il lavoro di squadra, mi piace mettere insieme e creare una squadra;
è una sfida incredibile andare in un'orchestra con cui non sei mai stato prima e in qualche modo creare una bella atmosfera nella stanza, lavorare in perfetta sinergia.
Indispensabili una sensazione produttiva e quello spirito trasformativo di: conquistiamo questo pezzo di musica, impariamo questo pezzo di musica e suoniamolo con le nostre migliori motivazioni e le nostre migliori qualità...qualità di esecuzione.
Portiamolo al pubblico, impressioniamolo, condividiamolo con loro.
Spingili avanti con il loro entusiasmo e la loro ispirazione per...questa incredibile opera d'arte, ebbene si...opera d'arte.
Mettere il mio cuore in mano, condividere la mia emozione per la musica, mostrando subito questa effusione di cura e amore per essa.
È avvincente esternare e coinvolgere con questa intensità il pubblico e le orchestre.
Penso che sia importante donare anche un'altra cosa: devo credere nel mio lavoro e almeno il modo in cui faccio musica, devo dare loro tutto, devo dare loro tutta la mia energia e poi funziona; suoneranno al meglio e daranno il meglio di sé.
Adoro questo lavoro ed onorarlo condividendo il mio amore assoluto, il mio brivido e il mio spirito per la musica.
Momenti più irrazionali, riguardo BAAM, ve ne sono stati quando eravamo insieme sul palco e sono avvenute situazioni indimenticabili, specialmente all'Elbphilharmonie di Amburgo.
Ciò che ricordo con più entusiasmo sono state le incredibili, forti ed energiche risposte del pubblico alla fine delle nostre esibizioni.
Il 2023 ha visto la travolgente première di "Tanyaderas"di Avner Dorman ricevere un fragoroso applauso; avevamo programmato un bis e la loro grande risposta, il loro calore...ha dato energia a me e all'intera orchestra.
Sono tornato sul palco, ho alzato il dito in aria per zittire il pubblico e ho semplicemente detto: "ZUGABE??". Il pubblico ha risposto con forza: "Ja!!!".
Ho naturalmente detto: Candide Overture di Leonard Bernstein.
Recentemente è stata annunciata la formazione di una nuova società negli Stati Uniti "Amici della Berlino Academy Of American Music". La società ha sede a New York e mira a promuovere e sostenere le attività della BAAM a Berlino, in Europa e all'estero.
Senza ombra di dubbio questo stimolerà ancor più le interazioni, le opportunità di contatto e di collaborazione con persone di tutto il globo. Trovo la decisione estremamente entusiasmante! Una mossa decisiva se non fondamentale, dato che si tratta della sua patria.
Può dirci di più in merito?
Garrett Keast -Ti ringrazio molto per la tua domanda sulla nostra nuova organizzazione negli Stati Uniti che abbiamo formato e fondato questa estate chiamata "Amici della Berlin Academy Of American Music".
È un nuova organizzazione no-profit incorporata nello Stato di New York.
Ora siamo davvero all'ultima settimana o giù di li, in attesa della nostra certificazione IRS (Internal Revenue Services) certificazione per noi indispensabile e dovremmo ottenerla a breve; quindi si, è una cosa molto americana quella che stiamo facendo.
Questa organizzazione riguarda la raccolta fondi negli Stati Uniti e così quest'anno, da quando otterremo la certificazione, avremo la prima campagna di raccolta fondi.
L'idea è fondamentalmente quella di aumentare fondi significativi ogni anno per la Berlin Academy Of American Music e alcune delle nostre attività accadranno negli Stati Uniti;
la cosa fantastica è che abbiamo ottimi amici dell'orchestra che sono nel consiglio di amministrazione sia a New York che a Houston dove sono nato.
Abbiamo anche alcuni amici in Dallas nella zona di Fort Worth, nella zona di Austin, a Los Angeles, San Diego e stiamo progettando di organizzare eventi, cocktail party, piccoli concerti come circostanze per la raccolta di fondi, ogni anno.
Un modo per integrare quello che stiamo facendo per raccogliere fondi in Germania e apprezziamo l'aiuto di tutti.
Nelle prossime settimane vedrete sempre più a proposito di questo, nei nostri social media.
La stagione 2024-2025 la vede anche in Italia ad inizio del prossimo anno, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino con due balletti: "Romeo e Giulietta" di Prokofiev ed "Il Lago dei Cigni" di Tchaikovsky. Che rapporto ha con l'Italia?
Garrett Keast - Presto andrò in Corea per dirigere la Quinta sinfonia di Čajkovskij vicino a Seul con la Bucheon Philharmonic Orchestra al Bucheon Arts Center, dirigerò West Side Story Symphonic Dances a Jeonju con la Jeonju Symphony Orchestra e con la WDR Funkhaus Orchestra suonerò un grande programma di Capodanno nella Philharmonie Essen il 31 di quest'anno; questi sono programmi molto emozionanti.
C'è un'altra cosa che faccio...così come ho diretto negli ultimi dieci anni una gran quantità di balletto, specialmente con l'Hamburg Ballet ma il mio tempo lì è finito perché John Neumeier è andato in pensione ora; dirigo balletto, sa, due o tre volte l'anno e una delle grandi compagnie con cui mi piace molto lavorare in questi ultimi tempi è Les Ballets de Monte-Carlo, quindi lavoro con loro regolarmente.
È avvenuto l'anno scorso in Corea e quest'anno a Monte Carlo su un grande balletto di John Adams che è stato davvero entusiasmante; Fearful Symmetries di John Adams è un pezzo che abbiamo eseguito che mi si addice davvero...un brano musicale molto americano...incredibile.
Sono stato invitato da Jean-Christophe Maillot, il direttore del balletto di Monte Carlo, per collaborare alla messa in scena di "Romeo e Giulietta", che ho già diretto in precedenza e "Il lago dei Cigni"; programmati al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, il famoso teatro di Firenze, e quindi non vedo l'ora di realizzarli.
Non ho mai diretto in Italia, ma amo l'Italia; ci sono stato diverse volte, ed ho studiato in Italia a Lucca nell'estate del 2000.
Da giovane ero uno studente lì: sono stato assistente direttore d'orchestra su "Così fan tutte"con il Teatro dell'Opera di Lucca dal Cincinnati Institute, il programma del Conservatorio di musica del Cincinnati.
Amo l'Italia, cerco di andarci in vacanza ogni due anni con la mia famiglia e non vedo l'ora di tornarci a gennaio per questi due balletti.


Dalle parole del Maestro Keast, risuona vivida l'importanza della musica come connessione tra le persone; di conseguenza appare chiaro che è indispensabile creare programmi, eventi, occasioni e contesti che possano far usufruire del suo benefico dono a tutti.
Tra le forme d'arte più nobili, fare musica reca con se enormi responsabilità, prima tra tutte quella di veicolare adeguatamente un messaggio, con la consapevolezza che ognuno opererà diversamente nel farlo.
Il cinema ad esempio, attraverso le immagini accompagnate dalle colonne sonore avvicina, tra gli altri generi, anche alla musica classica come ha ribadito il Maestro Keast.
Credo che siano fondamentali il "come" e "con quale mezzo", vengano proposte determinate arti soprattutto nei confronti dei più giovani, non necessariamente indirizzati ed istruiti ad una ricca e completa cultura musicale; spesso i ragazzi, per diffidenza o perché mal consigliati, guardano questo mondo con un po’ di timore.
Ecco che qui entra in gioco l'importanza dei mezzi di comunicazione perché possano incentivare, stimolare, richiamare l'attenzione e l'interesse.
Non tutta la musica è capace di evocare emozioni profonde ed arricchire le esperienze cinematografiche; ma se questo avviene attraverso la musica classica, che ispira da sempre nuove opere, sicuramente è più facile che rimanga impressa e che di conseguenza le persone si documentino su di essa. Proprio in questo modo nasce la "mitizzazione" di alcuni brani.
Nella visione Hollywoodiana l'entrata in scena del cattivo è sovente associata alla musica classica, il più per amplificare e sottolineare una personalità colta, raffinata ma anche immorale. Questo suggerisce allo spettatore la sofisticatezza, ma non da meno l’ambiguità e l’inaffidabilità; gioca un ruolo da contrappunto.
Andando oltre agli stereotipi, in verità, può essere adattata a più situazioni, più stati emotivi, più frangenti, distanziandosi anche dal prevedibile.
Per fare un esempio, particolarmente favorito dai registi per la ricchezza della sua inventiva melodica è Tchaikovsky, che è stato utilizzato da Frank Capra nell'ultimo film della sua carriera "Angeli con la pistola", per ricreare una sorta di atmosfera magica, elegante e aristocratica.
Non dimentichiamo film come "Amore e guerra" di Woody Allen, che si servì delle musiche di Prokofiev, dove un rilevante numero di battute, continue parodie, dialoghi brillanti e riferimenti alla cultura russa ed europea ne caratterizzano il mood.
Se di America parliamo, registi come Brian De Palma, Francis Ford Coppola e Martin Scorsese utilizzano/utilizzarono opere di Mascagni, Mozart, Bach, Wagner, Schubert nei loro film, solo per citarne alcuni.
Kubrick si è servito di Rossini, Beethoven, Strauss, Berlioz, Chačaturjan, Ligeti.
Non da meno gioca un ruolo importante il cinema d'animazione, con La Rapsodia Ungherese n. 2 di Franz Liszt che è forse il pezzo più utilizzato e parodiato nei cartoni animati.
Come vedete la musica classica è presente ovunque ed inconsapevolmente molti la amano.
Basti pensare poi ai film Disney, che hanno la stessa struttura delle opere liriche.
Cogliendo l'occasione, proprio a Berlino, la colonna sonora del film del cartone animato della Disney "La bella addormentata nel bosco" vide al timone la Berliner Symphoniker; tratta dal balletto "La Bella Addormentata" di Tchaikovsky con le opportune variazioni.
Fu registrata in stereofonia. Infatti è nella Germania dell’Ovest che si trovavano allora le migliori attrezzature per la registrazione stereofonica.
Il binomio cinema e musica è quindi inscindibile.
Con la parola sentire non sottolineiamo solo la capacità di udire, ma anche soprattutto definiamo la capacità di provare emozioni.
Quando per limitate disponibilità economiche e per dislocazione geografica, il pubblico era escluso dalla possibilità di assistere ad uno spettacolo dal vivo, il cinema ha messo in scena integralmente diverse opere musicali ed ora come ora la reperibilità di registrazioni, di filmati, di materiale che possa concederci l'opportunità di visionare ciò che è di nostro interesse, rimuove spesso quel senso di esclusione che negli anni passati era nettamente più vivido.
Oltre alla facile accessibilità, bisogna però lavorare anche su un'adeguata capacità di apertura verso nuove prospettive.
Ci sono repertori meno conosciuti ma non meno importanti che vanno esplorati, ci sono nuovi talenti che meritano di emergere, c'è la necessità di continuare a promuovere l'integrazione e le pari opportunità.
Dare vita ad un progetto che unisca la parte pratica e funzionale a quella artistica, richiede tempo e tenacia.
Il fatto stesso che parliamo proprio di un viaggio transatlantico con BAAM, ci conferma che la musica appartiene a tutti; uno dei più potenti mezzi per avvicinare anche ciò che è stato separato, dimenticato, trascurato o non conosciuto.
I contesti socio-culturali hanno visto la musica manipolata, sfruttata, censurata o addirittura demonizzata, ma come una fenice essa ogni volta rinasce e si rivela attraverso espressioni differenti; riesce a farsi strada anche dopo molti anni, se non secoli, da quando è stata composta. Anche coloro che pensavano di non aver abbastanza voce, attraverso essa sono giunti in posti inimmaginabili.
La musica classica americana ha iniziato, nel diciannovesimo secolo, il suo cammino indipendente da quella europea e nel corso del ventesimo secolo gli U.S.A sono diventati un considerevole centro di promozione della musica colta.
Alcuni uomini furono dei veri e propri punti di riferimento, guide per la continuità musicale nel mondo ed è bene, come il Maestro Keast si assicura di fare, parlare di loro attraverso quello che hanno lasciato alle future generazioni.


Auguriamo quindi al Maestro e alla BAAM di spezzare ogni tipo di confine, di emergere sia come orchestra ma anche come eccezionali e singoli individui, ognuno dei quali indispensabile per la riuscita.
Nel loro futuro, mi auspico che anche il cinema possa essere uno dei tanti successivi passi e traguardi.
Straordinaria persona piena di energia, disponibilità e diplomazia, il Maestro Keast ha lasciato tutti sognanti di fronte alle sue brillanti performance, ma soprattutto desiderosi di un ritorno.
Stima e consenso penso che si possano percepire appena si ha la possibilità di vederlo dirigere.
Si dice che come si impone un direttore d'orchestra sulla scena con le sue posture, i suoi movimenti, la sua attitudine, il suo decoro o la sua euforia gestuale a musicisti e ascoltatori, riveli molto di lui; gesti di un corpo che diviene strumento, intermediario e che incarna, personifica...quella che viene definita idea musicale.
"Dove va la mano là seguono gli occhi, dove guardano gli occhi là si dirige la mente, dove posa la mente là nasce l'emozione, dove palpita l'emozione là si realizza l'essenza dell'arte."
Abhy Naya Darpana


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